Atac, Consiglio comunale: no a liberalizzare

“Abbiamo deciso di mantenere Atac pubblica. Questa per noi era, e rimane, l’unica scelta possibile. Diciamo no alla liberalizzazione e la messa a gara non avrebbe comportato maggiore efficienza ma solo creato disparità tra centro e periferia, con linee di seria A e di serie B”. Lo ha detto ieri la sindaca Virginia Raggi, in Campidoglio, dove il consiglio comunale ha deciso di non seguire l’indicazione del referendum consultivo sul trasporto pubblico locale, che aveva visto vincere il sì alla liberalizzazione.

“L’azienda deve rimanere pubblica, comunale e in mano ai cittadini, sul referendum consultivo il nostro indirizzo è quindi confermare le linee programmatiche. Da questo punto di vista puntiamo a rilanciare il TPL attraverso un piano di salvataggio e risanamento di Atac. Il suo fallimento è stato pilotato per svendere l’azienda ai privati, per far intravedere il privato come unico salvatore. Noi non lo abbiamo permesso”, ha detto ancora la prima cittadina.

Il referendum di fine 2018 non aveva quorum, e la partecipazione dei cittadini fu bassa (16%). Ma vinse comunque nettamente (75%) l’indicazione di mettere a gara il servizio di trasporto pubblico.

L’esito del voto è stato però ignorato fino a una sentenza del Tar, il 20 gennaio scorso, che ha imposto alla sindaca di proclamare ufficialmente, con un’ordinanza, la vittoria del “sì’” al referendum consultivo su Atac, e al consiglio comunale di discutere il risultato.

Atac  dunque resterà comunque pubblica e il Comune prosegue con l’affidamento in house. L’Assemblea capitolina ieri, durante una seduta d’aula dedicata, ha respinto l’esito del referendum, e con un voto a maggioranza (21 favorevoli su 27 votanti, 6 astenuti), ha approvato un atto che prevede di non dare seguito alla consultazione popolare. Astenuto il Pd, mentre Lega e FdI non hanno partecipato al voto: dunque, neanche un voto favorevole alla messa a gara del servizio del TPL.

“Siamo arrivati a un passo dal commissariamento del sindaco della Capitale per poter vedere proclamato il risultato di un referendum. Questo va stigmatizzato e sottolineato ed è un fatto molto grave” ha detto ieri il deputato radicale Riccardo Magi nel corso della seduta.

 

 

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