Appia Antica, il parco si allarga

La notizia è giunta a dicembre, poco prima di Natale, ma sui media ha circolato poco, perché le sentenze della Corte Costituzionale, se non riguardano la legge elettorale, il governo di turno e poco altro, non trovano una grande eco. Figuriamoci poi se il pronunciamento riguarda un tratto di territorio alla periferia di Roma e la tutela dell’ambiente. Ma la notizia, c’è.

Il 21 dicembre scorso, i giudici costituzionali hanno stabilito non soltanto che la Regione Lazio può, come ha fatto con la legge del 2018, ampliare i confini del parco dell’Appia Antica di circa 1200 ettari e mettere così fine a un vasto programma edilizio che era stato prima approvato e poi bloccato dal Comune di Marino. Ma hanno ribadito anche che “la prima disciplina che esige il principio fondamentale della tutela del paesaggio [articolo 9 della Costituzione] è quella che concerne la conservazione della morfologia del territorio e dei suoi essenziali contenuti ambientali”. E ricordato la “prevalenza dei vincoli paesaggistici sulle previsioni dei piani urbanistici”.
L’articolo 9 della Costituzione è breve ma dice una cosa importante: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Dunque questo pronunciamento della Corte Costituzionale potrebbe dare un’arma agli ambientalisti anche in altri casi, come quello del contestato ampliamento dell’Aeroporto di Fiumicino. Davanti al Tar del Lazio è prevista infatti in queste settimane un’udienza per il ricorso presentato da Aeroporti di Roma ed Enac contro la decisione di vincolare più strettamente una parte della Riserva del Litorale Romano. Ma quella è un’altra storia.

Nel frattempo, mentre il parco dell’Appia Antica, da anni guidato dal geologo e divulgatore tv Mario Tozzi, arriva ormai a 4700 ettari, il Comune di Roma si sta muovendo per bloccare in parte la circolazione delle auto private sulla Regina Viarum, instaurando una zona a traffico limitato.

Il Parco dell’Appia Antica con la nuova perimetrazione

Nel 2018 i nuovi confini

La legge regionale 7 del 2018 si intitola “Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale” e dentro ci sono un sacco di cose diverse, dalla “Istituzione del Laboratorio smart city Lazio” alle “Disposizioni per promuovere la stabilità occupazionale dei lavoratori mediante l’inserimento di clausole sociali nei bandi di gara regionali” passando per le “Modifiche alla legge regionale 5 agosto 2013, n. 5 ‘Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico’ e successive modifiche”, e appunto per la nuova perimetrazione del parco regionale dell’Appia Antica.
L’ampliamento del parco si deve a due consiglieri regionali in particolare: Marco Cacciatore, all’epoca eletto con il M5s e poi passato nel 2020 ai Verdi dopo la rottura con la sindaca di Roma Virginia Raggi sulla questione della discarica di Monte Carnevale, e Marta Bonafoni, della lista civica di Nicola Zingaretti.

La nuova perimetrazione, come dicevamo, aggiunge con un colpo solo 1200 ettari al parco, con l’inclusione di diverse aree: quella relativa alla Porta San Sebastiano – Centro Storico (per un’estensione di circa 33 ettari); Campo Barbarico – Tor Fiscale – e Acquedotti (circa 59 ettari); Cornacchiole – Fiorano (124 ettari); e infine quella di 989 ettari relativa a Divino Amore – Falcognana – Mugilla.
Una porzione di circa 45 ettari di quella zona, al Divino Amore (Comune di Marino), è interessata da un Programma integrato di intervento (il cosiddetto Print) Ecovillage, cioè la costruzione di un vero e proprio quartiere residenziale ex novo, da oltre 1 milione e 300mila metri cubi, con circa 12.500 abitanti (quasi un quarto degli abitanti di Marino) e un grande centro commerciale, secondo quanto denuncia Italia Nostra.

L’Ecovillage nei rendering dello studio RossiProdi Associati

L’assenso alla costruzione viene votato nel febbraio 2013 dalla maggioranza di centrodestra del Comune di Marino, in seguito a un precedente protocollo d’intesa con la giunta di centrodestra regionale, quella di Adriana Polverini.
Nel 2016, però, Marino elegge un sindaco M5s, che è contrario al progetto Ecovillage, considerandolo una speculazione edilizia, e la nuova maggioranza blocca tutto, accusando il Consorzio Ecovillage, La Mole Due S.r.l., Cristina S.r.l., Futuro Immobil Italia S.r.l., Arcadia 2007 S.r.l di non aver rispettato una serie di accordi. 

Il Comune vota due sospensive, poi interviene la Regione, che nel frattempo è passata al centrosinistra, con l’allargamento del Parco dell’Appia Antica. La nuova perimetrazione, del resto, era già  stata prevista dal Consiglio direttivo del Parco, nel 2002.
Zingaretti, eletto nel 2013 dopo le dimissioni di Polverini (in seguito a uno scandalo nella gestione dei fondi dell’allora Partito delle Libertà al consiglio regionale) è già al secondo mandato, e governa anche grazie a un accordo con M5s.
I costruttori e i finanziatori del progetto chiedono un risarcimento danni al Comune di Marino da 280 milioni di euro, e la questione finisce al Tar. Che a un certo punto si rivolge alla Corte Costituzionale. Come è finita, lo abbiamo già detto: la Consulta promuove l’operato della Regione Lazio.

Il Casale della Caffarella, una delle strutture di servizio del Parco dell’Appia Antica

 

E ora?

“L’idea di un grande parco archeologico dal centro di Roma fino alle pendici dei Castelli romani è stato da sempre il sogno di Antonio Cederna, che ha speso gran parte della propria esistenza nel promuovere e tutelare l’enorme patrimonio storico e archeologico dell’Appia Antica”, dice a Roma Report Marta Bonafoni.
“Non abbiamo fatto altro che raccogliere questo sogno e cercare di farlo diventare realtà. Quando il Consiglio regionale dopo 16 anni ha approvato definitivamente il Piano del parco, ci siamo presi l’impegno di allargare i suoi confini, estendendone la tutela ad oltre 1200 ettari di territorio ricco di natura, paesaggio e biodiversità. E così nel primo provvedimento legislativo utile abbiamo inserito con un emendamento a doppia firma la proposta di ampliamento, poi diventata poi legge.  Molti hanno pensato ad un azzardo, ma la sentenza della Corte ha riconosciuto corretto e legittimo l’intero procedimento, sotto tutti i punti di vista”.

Marta Bonafoni

Ampliati i confini, però, il Parco resta in gran parte da fare: l’80% dei terreni è di proprietà privata, e l’esproprio non è ovviamente possibile. Ma è possibile invece “ricucire” le varie aree verdi e archeologiche, attraverso veri e propri corridoi – con sopraelevate, sottopassaggi o interrando strade, come si fece con il Grande Raccordo Anulare – che consentano anche ai visitatori di spostarsi ovunque.

“Pochi mesi fa il Consiglio regionale, su mia proposta, ha approvato un atto d’indirizzo che impegna il presidente Zingaretti e la giunta a promuovere una Conferenza dell’Appia Antica, con l’obiettivo di mettere intorno allo stesso tavolo i diversi livelli istituzionali che hanno competenze dirette: la Regione Lazio, il Parco Archeologico dell’Appia Antica, l’Ente Regionale Parco dell’Appia Antica, la Sovrintendenza Capitolina, i Comuni di Roma Capitale, Marino e Ciampino”, dice ancora Bonafoni, che è anche presidente di Pop, un movimento di area rossoverde.
“Serve una strategia integrata, un sistema di regole e azioni comuni per la piena promozione e valorizzazione di questo straordinario patrimonio che tutto il mondo viene a visitare, individuando risorse e finanziamenti pubblici e privati per migliorare la fruibilità e l’accessibilità fisica e cognitiva di questo sistema culturale e ambientale. Il Recovery Fund da questo punto di vista è una grande opportunità, e so che uno degli obiettivi del capitolo Cultura e Turismo include proprio il Parco Archeologico dell’Appia Antica tra i grandi attrattori turistico-culturali”.  

Nel frattempo, rimane in standby la questione degli sgomberi, alla Caffarella, dei terreni destinati a nuovi scavi archeologici o comunque di attività necessarie per il Parco, i cui proprietari avevano ricevuto nel 2007 un indennizzo.
Dopo i primi interventi a ottobre del 2019, la diffusione del coronavirus ha bloccato le procedure. Non tutte le attività destinate allo sgombero sono per forza incompatibili col Parco, come afferma anche
il comitato per il parco della Caffarella. È il caso, per esempio, di un vivaio che dà lavoro a una decina di persone. Ma servono comunque interventi per arrivare a una sistemazione di tutta l’area, anche magari consentendo ad alcune attività di spostarsi fuori dai confini del Parco, utilizzando terreni pubblici.
Secondo Bonafoni, “da anni esiste un lavoro tra diversi livelli istituzionali per la delocalizzazione delle attività incompatibili con il Parco e le sue funzioni turistiche culturali. Parliamo di circa 50 ettari di territorio vincolato da liberare, per lo più nel Comune di Roma e di circa 130 imprese. L’Amministrazione di Roma Capitale nel 2012 (giunta Alemanno, ndr) approvò il Programma di delocalizzazione, impegnandosi a individuare le aree dove trasferire le attività, ma a tutt’oggi quel Protocollo d’intesa è rimasto una buona intenzione”.

Il Grab e l’Appia Antica

Da tempo, c’è la proposta di trasformare la stazione delle Fs di Torricola, sulla Roma-Napoli, a 10 minuti da Termini, in una vera e propria porta d’ingresso per i visitatori del parco, potenziando le corse e servendo così meglio anche gli abitanti della zona.
E l’area è anche al centro del progetto del Grab, il Grande raccordo anulare delle Bici che prevede un itinerario (non solo turistico) circolare di 45 chilometri intorno alla Capitale, e la pedonalizzazione dell’Appia Antica.
Dopo anni di sostanziale indifferenza – nonostante la sindaca Virginia Raggi abbia firmato un protocollo d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti già nel 2016 – da qualche tempo il Comune di Roma, forse anche perché le elezioni sono alle porte, ha deciso però di occuparsi del Grab e ora istituire la famosa “Ztl” di cui si parla almeno dal 2018.
Il progetto sarebbe quello di limitare – con un sistema di varchi elettronici – ai soli residenti e ai mezzi pubblici il traffico sull’Appia Antica, quella che secondo i tecnici porta più traffico verso il centro, lasciando però aperta la via Ardeatina, ha detto a Roma Report una fonte.
Ovviamente per la giunta M5s è una corsa contro il tempo, perché le elezioni sono previste per la primavera, anche se in molti parlano di un possibile rinvio in autunno a causa della pandemia. E altrettanto ovviamente, non è detto che se il M5s perdesse le elezioni, il prossimo sindaco sarebbe favorevole al provvedimento di chiusura.

[La foto del titolo è di Mikuzz ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]

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