Conte, il Sindaco Giallo Rosso

«Mi chiamo Giuseppe Conte.» Potrebbe iniziare così uno degli spot per la prossima campagna elettorale per le comunali a Roma. Come il film di Infascelli su Totti. Sì perché il candidato sindaco sarebbe giallorosso due volte, per coalizione politica (questo è ormai il nome dell’alleanza tra centrosinistra e 5 Stelle) e per fede calcistica.

Un Sindaco di Roma nativo di Volturara Appula (FG), un avvocato romanista (cioè appunto da ‘a Roma ma anche con qualche studio sul diritto romano, che pure avrà fatto) ed ex populista. Con un CV di tutto rispetto con pubblicazioni scientifiche ed accademiche e corsi di aggiornamento alla New York University.

Chi meglio di Giuseppi, orfano di Palazzo Chigi e di Donad Trump, potrebbe affrontare la difficile sfida di guidare la città eterna? Il Fiero Conte da Appula potrebbe occupare con una maggioranza giallorossa il Campidoglio. Facendo felice insieme Bettini, Casalino e forse pure un po’ Totti.

In fondo la nostra città vanta una pessima amministrazione da tempo immemore, Conte potrebbe far peggio di loro? Non sarebbe neanche il primo pugliese: Alemanno lo ha preceduto.

Con la sua pochette, il suo inglese perfezionato alla New York University, i sui rapporti politici e istituzionali, il suo standing internazionale, sarebbe una soluzione perfetta per Roma che ogni tanto si sente ancora la capoccia del mondo che è la capitale del cristianesimo universale e del Paese che lui stesso ha guidato.

Potrebbe forse far peggio dei suoi ultimi predecessori?

Come dirgli di no? Gli abbiamo fatto fare il capo della nazione quando non lo conosceva nessuno, se non il suo mentore Guido Alpa, Beppe Grillo, Luigi di Maio e Maria Elena Boschi. Ha guidato il Paese prima con Salvini e poi con il PD nella peggiore crisi sanitaria ed economica che si ricordi. Ora lo conosciamo tutti, sappiamo di cosa è capace, abbiamo imparato ad apprezzare il suo carattere, il suo esprit de finesse, il suo eloquio e la sua frangetta.

La voce circola negli ambienti Romani, insieme a quella della candidatura del ministro dell’economia uscente, l’ottimo Roberto Gualtieri. Ne hanno già parlato vari quotidiani on line e cartacei. Ho chiesto in giro e ho raccolto un po’ di scetticismo e più di un non credo a destra e a sinistra, certo però che è un’ipotesi suggestiva che avrebbe il vantaggio di allocare il Fiero Conte, far uscire di scena la Raggi senza umiliarla e fortificare l’alleanza giallo-rossa.

Del resto se non ricordo male anche Veltroni mollò la segreteria dell’allora DS, lanciato verso una sonora sconfitta (16,57%) alle politiche per fare il sindaco di Roma. Sembra strano ma c’è stato un tempo i cui, complice lo stratega Bettini, il Campidoglio accoglieva e sfornava leader nazionali. Che quel tempo sia tornato? Che sapete con il Recovery Fund due spicci per Roma ci potrebbero uscire e allora….

Perché poi uno vale uno ma anche due, tre capace pure quattro.

 

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