La presa di Roma

Sono migliaia le pellicole che raccontano Roma. Da “La dolce Vita” di Fellini, a “La grande bellezza” di Sorrentino, passando per “Vacanze romane”, la storia del cinema italiano e internazionale è legata a doppio filo con la nostra città. Così fu fin da prima della nascita degli studi di Cinecittà, quel “tempio della cinematografia” in cui sarebbero state girate migliaia di pellicole. Non a caso, infatti, il primo film italiano della storia, realizzato nel 1905 da un pioniere della “settima arte”, il regista Filoteo Alberini, ha la Capitale fin dal suo titolo, oltre che nel suo soggetto e nella sua sceneggiatura. Parliamo di “La presa di Roma”, noto anche come “Bandiera bianca”, o come “La breccia di Porta Pia”, la prima pellicola mai proiettata in pubblico in Italia.

Emulo dei Fratelli Lumière, Filoteo Alberini, il suo autore, può essere considerato il primo grande regista italiano. Nato a Orte nel 1865, ma trasferitosi ben presto a Roma, Alberini era affascinato dalla nuova invenzione e perciò, nel 1904, insieme all’amico Dante Santoni, nel quartiere di San Giovanni, fondò la ditta “Primo Stabilimento Italiano di Manifattura Cinematografica Alberini e Santoni”, che nel 1906 cambierà nome in “Cines”. Nel 1904, sempre a Roma, a piazza Esedra, aprì il cinema “Moderno”, prima sala di proiezione della capitale. L’anno dopo iniziò a girare i suoi primi film.

La prima proiezione pubblica ufficiale di “La presa di Roma”, ebbe luogo il 20 settembre del 1905, in occasione del trentacinquesimo anniversario degli eventi narrati sullo schermo. L’opera, originariamente della durata di circa dieci minuti (di cui attualmente ne restano visibili solo quattro), racconta, in diversi quadri, i fatti che portarono alla conquista dell’Urbe da parte dell’esercito italiano, dopo i vani tentativi di mediazione con le truppe papaline, Le scene in esterno vennero tutte girate dal vero, a conferire maggiore autenticità alla narrazione. Nel 2005, anno del suo centenario, grazie al Centro Sperimentale di Cinematografia, il film ha subito un efficace restauro.

 

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