Se Roma è fatta a scale

Ci sono scalinate che hanno avuto una gran fortuna iconografica. Penso a quelle di Montmartre, a Parigi, fotografate da Robert Doisneau. O alla celebre scalinata del film la Corazzata Potemkin (a Odessa, in Ucraina). E certamente a Trinità dei Monti, recentemente al centro di un dibattito sulla necessità o meno di chiuderla con una cancellata, dopo l’ultimo restauro.
Nella Capitale, città dei Colli (che sono ben più dei sette classici) esistono decine e decine di scalinate. Eppure, tranne rari casi, non diresti che Roma sia fatta a scale, per parafrasare il titolo del libro di un vecchio amico (un altro spendido cinquantenne, che conosco da oltre 30 anni), Alessandro Mauro. Forse perché a Roma abbiamo così tanto da vedere e offrire, che vatti a ricordare pure delle scale… O ancora meglio, perché sulle scale si va a piedi, mentre noi siamo sempre meno pedoni.

Alessandro Mauro ha pubblicato nel 2016 “Se Roma è fatta a scale”, edizioni Exorma, una specie di censimento letterario delle scalinate capitoline. In tutto 77 luoghi, ma è lui stesso a scrivere che non il numero non è definitivo, e che continua a esplorare la città.

Da oggi pubblicheremo, una alla volta o forse di più, ogni scheda, che è un piccolo elegante racconto non solo della scalinata, ma di quel che ispira. A me ha provocato subito un esercizio di memoria, cercare di ricordare tutte le scale percorse, ma anche di curiosità.

(Massimiliano Di Giorgio)

Via della Cordonata

 

Riluttante all’idea di diventare metropoli, Roma è talvolta vagamente incline all’evocazione sospirosa – dal ponentino agli stornelli, passando per la trippa con la mentuccia – delle belle cose di una volta.

Un posto di primo piano, nel santuario laico dell’iconografia cittadina, spetta ai nasoni, le fontanelle di forma cilindrica la cui cannella per far uscire l’acqua, a getto continuo, è piazzata a un’altezza che la fa appunto sembrare un grosso naso.

Da un po’ di anni ce ne sono meno, probabilmente per questioni di risparmio idrico: la stessa ragione per cui i non molti superstiti sono a volte senza naso, sostituito da un rubinetto color oro piazzato in fronte che si aziona a pressione, posticcio ma ecologico.

Via della Cordonata, per gli appassionati del genere, è un posto da andarci in pellegrinaggio, perché alla base della scalinata morbida che dà il nome alla strada c’è un’incredibile fontanella trinasuta, pezzo meraviglioso e forse unico nella collezione cittadina della potabilità per tutti.

La piccola strada a valle della cordonata si chiama, puntuale, via delle Tre Cannelle, ma sono le grandi vie delle immediate vicinanze a far sì che la scala, luogo di per sé appartato e quasi intimo, che custodisce un albergo e un liceo privato, metta in comunicazione, dall’alto in basso, nientemeno che via XXIV Maggio e via IV Novembre, ovvero la data del 1915 in cui l’Italia entrava in guerra e quella del 1918 in cui ne usciva.

Portare qualche classe a fare lezione in quei gradini ombrosi, al riparo dagli stradoni patriottico-turistici, potrebbe servire a dire che la guerra è salita, e strettoia, giacché la scala, complice, si assottiglia salendo.

E che la pace è una ricchezza da festeggiare, magari con una bella bevuta in compagnia.

 

Alessandro Mauro è l’autore di Se Roma fatta a scale (Exòrma, 2016) e Basilio – Racconti di gioventù assoluta (Augh!, 2019)

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