La British Invasion a Ostia

Tutto mi sarei aspettato in quella calda estate 1983, tranne incontrare a Ostia, il mare di Roma, uno degli artefici, sia pure minore, della British Invasion: Nick Heyward.
In quel periodo a Radio Luna, dove trasmettevo, arrivavano da Londra carrettate di dischi che in breve tempo sarebbero divenuti successi planetari. Attorno a protagonisti come Duran Duran, Spandau Ballet, Human League, Culture Club, orbitava una pletora di artisti minori che proprio sulla scia della seconda invasione musicale britannica avrebbero avuto il loro momento di gloria.

All’epoca a Radio Luna si era deciso di acquistare i dischi, piuttosto che dipendere dalle case discografiche che in quegli anni già tendevano a imporre le proprie produzioni, spesso discutibili. Si stavano gettando le basi per il progetto Radio Luna Rock che sarebbe partito a breve. I preziosi vinili che oggi pagherei una fortuna per avere, li prendevamo da noti negozi di dischi romani come Millerecords, Goody Music, Disfunzioni Musicali (che ha chiuso i battenti da tempo) e Sagittarius, celebre punto di riferimento per i musicofili del litorale romano.

Nick Heyward, classe 1961, nato a Beckenham, a sud di Londra, lo conoscevamo bene. Dopo i trascorsi come fondatore degli Haircut 100 con cui aveva inciso il primo album di successo, ”Pelican West” con quattro singoli nella Top 10 britannica, era uscito dalla band per dedicarsi all’attività da solista.
Nell’ottobre 1983 aveva pubblicato ”North of a Miracle”, disco ricordato per i singoli “Whistle Down the Wind”, “Take that Situation”, Blue Hat for a Blue Day”. Quella calda serata dell’estate 1983 me lo ritrovai davanti mentre ero in giro con amici nel centro di Ostia. La sorpresa fu tanta soprattutto perché non credevo fosse lui, semmai un tipo che gli somigliava. Stesso viso da ragazzo per bene, stessa acconciatura e colore dei capelli, stessi occhiali, no, non poteva essere lui. Cosa ci faceva Nick Heyward a Ostia? Considerate che in quel periodo il musicista godeva di una discreta fama anche in Italia, ero sicuro che in giro ci fosse qualche emulatore.

Nel frattempo, s’era sparsa la voce, giunta alle orecchie di Antonello Piscolla alla direzione artistica di Radio Luna, coadiuvato da Bruno Ployer. Con i suoi contatti, Piscolla riuscì a scoprire dove alloggiava Heyward, che si trovava sul litorale per godersi il mare e per un tour promozionale in Italia.

All’epoca non c’erano i cellulari, meno che mai Internet, il passaparola era il modo migliore per essere informati su quello che accadeva nel proprio quartiere. Il giorno dopo, ecco Heyward in radio pronto per un’intervista. Quando lo vidi non credetti ai miei occhi, ricollegai i fatti della sera prima sentendomi un po’ in colpa per non aver intuito che fosse davvero lui. L’intervista fatta da Antonello Piscolla fu registrata su bobina, chissà che fine ha fatto. Soprattutto sarei curioso di sapere se dopo quasi 40 anni, l’artista inglese ricorda ancora quell’episodio.

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