Un tempo fermo

È un tempo fermo. Un tempo e uno spazio dove ognuno di noi cerca azioni resilienti. Azioni utili per viaggiare in questo cambiamento interiore e mondano. Azioni che, sinceramente, personalmente e dentro questa pandemia, non mi aiutano a ritrovare il filo delle cose quotidiane.
Eppure ci provo.
Ma non mi ci trovo in questo filo da sbrogliare perché la primavera per ora mi regala sospensione.
Certamente non volevo ora, e per molte ragioni, questo stare sulle cose minute, sul qui adesso. Concentrato su quello che posso concretamente fare. Non pensando al tempo che manca per recuperare quello che ora non ho.
Molto sto sul lavoro, aiuta (non solo me).
Insomma in tutto questo ho cominciato a fare scatti. Scatti dentro la sensazione che provo. Dentro la vita che faccio in questo spazio inquinato. Scatti che condivido con alcuni, che siete anche voi che leggete questo post. Come dicevo, ognuno trova forme di resilienza. Abbiate pazienza e non dimenticate che io e la fotografia siamo cose diverse. Io quello che ci prova.
Vorrei continuare questa cosa. E vorrei continuare a condividerla con voi. Come un impegno. Un piccolo impegno da tana. Cercando di non perdere di vista lo scopo per poi essere costretto a ritirarmi dal gioco. Scopo che è molto semplice: continuare ad avere attenzione. Attenzione per non scadere in una qualche riduzione del tempo.
Saul Bellow diceva: In un’epoca di pazzia, immaginare d’essere immuni dalla pazzia è una forma di pazzia.

[Antonio Crialesi dice di se: lavoro in una organizzazione umanitaria. Roma è dove sono nato e dove ora mi trovo. Le fotografie e le immagini non sono quelle di un uomo di mestiere. Sono solamente quello che ho fotografato]

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