Il Papa e i suoi murales

Roma è anche i suoi Papi. Il rapporto profondo tra questi e l’Urbe è testimoniato ovunque nella città eterna,  che è quel che è anche perché è la capitale del Cattolicesimo ed è stata per secoli il centro del potere anche temporale di Santa Romana Chiesa. Quindi era inevitabile che gli streetartist si misurassero con i Pontefici, titolo che i vicari di Cristo ereditarono dalla Roma classica, costruttori di ponti e sacerdoti dediti a correggere il tempo negli imperfetti calendari umani.   

Il caso, o meglio le circostanze, hanno voluto che gli artisti romani cominciassero a misurarsi con la questione proprio durante il pontificato di Francesco. Personaggio intrinsecamente pop ed iconico.  

Maupal, al secolo Maurizio Pallotta, si è occupato molto di Bergoglio guadagnando per se, ed oggettivamente per tutto il movimento della Street art romana, una certa popolarità e molto spazio sui media. I Papi e quel che succede loro hanno una dimensione universale che si riflette su chi trova il modo di mettersi in scia. “SUPER POPE” realizzato nel 2014 in un vicolo di Borgo Pio e presto rimosso dai solerti funzionari del comune, guadagnò subito una doppia visibilità per se ed il suo autore, una prima volta per la sua realizzazione e riproduzione e una seconda nel momento della cancellazione. Il gioco della rimozione materiale dell’opera, che di solito è uno stencil di carta che viene lavato via con un idrante, rappresenta lo schema che Maupal  per primo riesce ad imporre all’attenzione di tutti. L’idea viene poi replicata da TVBoy ed altri che la adattano anche ad altri contesti e personaggi.

L’opera è semplice quanto efficace Bergoglio viene rappresentato nella classica posizione di Superman in volo, la mantellina bianca si presta bene per l’effetto, porta con se una borsa nera su cui è scritto in spagnolo VALORES, la croce d’argento (di cui molto si è parlato) è scossa dal volo, dalla borsa sbuca una sciarpa con i colori del San Lorenzo la squadra di club argentina tanto cara a Papa Francesco. L’idea non dispiacque negli ambienti vicini al Papa, se ne parlò molto anche su Avvenire ed altri media cattolici e un’immagine del murales fu twittata dall’account ufficiale del Vaticano. SUPER POPE fece il giro del mondo. Da allora Pallotta ha realizzato altri murales, quasi sempre con la stessa tecnica legando però l’immagine del Papa alla cronaca e alle emergenze del mondo, da quella dei migranti a quella ambientale, alla pace.

Molto ben riuscita quella del Papa che di nascosto gioca a tris con i simboli della pace mentre una guardia svizzera gli fa da palo. Maupal ha fatto anche molte altre bellissime cose a Roma ma certamente i suoi lavori sul Papa gli hanno regalato una fama internazionale ed hanno colto un punto importante della nostra città. Altri artisti si sono occupati di Francesco, quasi tutti con intenti celebrativi e non per farne oggetto di satira, in questo non raccogliendo la tradizione delle statue parlanti e della poesia romanesca che invece tanto rise e denunciò del potere temporale della Roma dei Papa Re.

Qualcosa comincia a cambiare con TVboy (Salvatore Benintende) che gli fa baciare Trump. L’opera, sempre uno stencil, usa strumentalmente il Papa come fa con tutti i personaggi che raffigura nell’atto di baciarsi per stupire, provocare e raccontare di volta in volta qualcosa. Benintende non celebra il Papa. Pur raffigurandolo come un angelo in contrapposizione al presidente USA che rappresenta come un diavolo, neanche però lo attacca. Il suo è ”un augurio di riconciliazione tra due icone del contemporaneo”(CFR. ArtTribune) li mette in qualche modo sullo stesso piano. Sulla cintura di Bergoglio scrive “ll Buono perdona il cattivo”. Il ricordo del bacio vero e grottesco tra Brežnev e Honecker immortalato sul muro di Berlino da Dmitri Vrubel è implicacito in tutte le opere di TVBoy.

Ultimamente invece c’è stato il primo murale di esplicita critica e satira nei confronti di Francesco. Harrygreb lo realizza dopo la vicenda che ha visto un arrabbiato Francesco dare uno schiaffetto ad una fedele che sembrava volerlo trattenere a tutti i costi. L’opera lo raffigura come in Kill Bill, mitico film di Quentin Tarantino interpretato da Uma Thurman. Anche questo stencil viene prontamente rimosso seguendo lo schema impostato da  Maupal. L’immagine è molto divertente e ben riuscita. Quel che conta anche in questo caso è che l’opera si stata fotografata e condivisa il più possibile, quindi riprodotta.  

 

 

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