Politiche partecipative? Il Comune dice no

Le ultime vicende legate al Progetto di riqualificazione della Stazione Tiburtina, al taglio dei pini di Corso Trieste e alla discarica di Monte Carnevale rappresentano solo gli ultimi tre esempi di fallimento delle politiche partecipative del Comune di Roma.

Sul progetto di riqualificazione della Stazione Tiburtina appare quasi incredibile, il percorso. I cittadini e le associazioni che operano nel quadrante della Stazione Tiburtina e delle zone limitrofe,  hanno presentato al Comune, la primavera scorsa, una delibera popolare con la raccolta di 8000 firme, per un nuovo assetto del piazzale della Stazione Tiburtina e di tutta la Circonvallazione Nomentana.
Il progetto prevede la realizzazione di un piazzale pedonale davanti la stazione, la valorizzazione del bosco urbano esistente, la creazione di un bosco lineare lungo tutta la Circonvallazione, con annessa una pista ciclopedonale che colleghi la via Tiburtina con la Nomentana e il mantenimento della autostazione dei pullman, ma con adeguati ammodernamenti nel rispetto dell’ambiente e della salute dei residenti.

A Roma ormai tutti sanno che dovremo aspettare pazientemente la fine della legislatura a maggio 2021 per vedere cadere e finire una esperienza di governo cittadino a suo modo indimenticabile. E sarà la vendetta dei pini

l Comune, aveva l’obbligo di sottoporre il progetto all’esame dell’Aula, entro sei mesi dalla consegna delle firme, ma ciò non è avvenuto. Per tutta risposta, ha presentato in conferenza dei servizi un proprio progetto in cui è previsto lo sterminio di tutti gli alberi esistenti per fare posto ad un nuovo capolinea degli autobus e lo smantellamento dell’attuale autostazione dei pullman per la quale non c’è ancora nulla di certo e definitivo.

Sul taglio dei pini di Corso Trieste, ma anche sulla intera partita della gestione del verde siamo all’uso radicale di scelte che ci lasciano perplessi. Giusto tagliare le piante malate. Ma esiste un censimento aggiornato o si deve assistere a uno spettacolo di spettrale desolazione? Esiste una qualche idea di come gestire un patrimonio pubblico, paesaggistico, di rara bellezza che si è tramutato in questi anni, anche per incapacità pregresse, nella sagra dell’improvvisazione?
L’unico effetto positivo è la nascita di Comitati civici che si prendono cura dei territori.

Sulla scelta della presunta discarica di Monte Carnevale siamo arrivati, forse, alla fine di un balletto di irresponsabilità politiche di rara dimostrazione. La vicenda della gestione dei rifiuti a Roma sarà la pietra tombale di questa amministrazione politicamente responsabile dell’incapacità di governare processi amministrativi, avere una visione per una città come Roma, uscire da logiche di chiusura di fronte alle istanze delle organizzazioni civiche per una maggiore e concreta partecipazione dopo che ci si era presentati come “il governo dei cittadini”.

Monte Carnevale, la zona destinata a discarica secondo il Campidoglio. Foto Il Caffé

Solo questi tre ultimi esempi sono la prova provata dell’incapacità politica.
E non vogliamo infierire con il dietrofront sul sociale, senza avere idee, sul trasporto pubblico locale, sulla qualità degli amministratori.

A Roma ormai tutti sanno che dovremo aspettare pazientemente la fine della legislatura a maggio 2021 per vedere cadere e finire una esperienza di governo cittadino a suo modo indimenticabile. E sarà la vendetta dei pini.

Elio Rosati è segretario di Cittadinanzattiva Lazio

[La foto del titolo è di Andrea Addante ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]

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