Sampietrino facci la grazia

I sampietrini rappresentano una delle tradizionali caratteristiche di Roma, sono belli e offrono un’immagine anche pittoresca della Capitale, apprezzata dai suoi abitanti e dai visitatori.
Disgraziatamente, però, gli amati cubetti di selce, così presenti nelle parti più antiche e centrali di Roma, sono stati concepiti originariamente per favorire la circolazione delle carrozze. Nel XVI secolo furono una bella scoperta tecnologica. Sono adatti ai cavalli, forse ai pedoni, certo non molto ad automobili, bus, furgoni, motocicli, o anche alle biciclette.

I sampietrini hanno bisogno di manutenzione costante e costosa. Più delle altre coperture stradali, che del resto tradizionalmente soffrono a Roma di scarsa attenzione da parte dell’amministrazione comunale. Tanto che bastano pochi giorni di pioggia per trasformare diverse vie in accidentate strade di campagna, in quanto a buche.

Foto di Stefano Corso diffusa su Flickr.com con licenza creative commons

I sampietrini esaltano il rumore, sono fonoesaltanti e non fonoassorbenti. E dunque non contribuiscono a ridurre i livelli di inquinamento acustico, come invece vorrebbe un lungo elenco di disposizioni comunitarie, nazionali e regionali che l’Italia e anche Roma continuano a non rispettare.

I sampietrini sono sicuramente più ecocompatibili dell’asfalto, perché lasciano “respirare” il terreno. Ma diventano facilmente scivolosi e, se mancano di manutenzione regolare, spigolosi, creando problemi ai mezzi di trasporto.

Per tutte queste ragioni – sperando che nel frattempo spariscano le botticelle – i sampietrini sono inadatti al traffico delle città contemporanee. A giugno, la sindaca Virginia Raggi aveva annunciato un piano per “desampietrinizzare” alcune zone della città (lo aveva già annunciato un anno fa). Vedremo.

Eppure, i sostenitori dell’intoccabilità dei sampietrini resistono. Se ritengono che il traffico dei mezzi privati a motore debba essere ridotto in città, sarebbe meglio che si battessero per aumentare i mezzi pubblici e indicassero delle alternative valide. In quel caso, i sampietrini dovrebbero trionfare nei percorsi pedonali, nei parcheggi, nelle aree a limite ridottissimo di velocità.

Ma cantare vittoria perché i sampietrini resteranno lì non risolverà di per sé il problema. Le auto continueranno a transitare massicciamente, i bus continueranno a guastarsi anche per effetto dei sampietrini e il rumore resterà a livelli inaccettabili.

[La foto del titolo è di Riccardo Romano ed è stata diffusa su Flickr.com con licenza creative commons]

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