Le 2 ruote non sono un lusso

Fallito l’esperimento delle bici gialle Obike, come del resto sembrava prevedibile già all’inizio, la prossima novità a due ruote per Roma è l’arrivo dei monopattini elettrici.

Se ne parlava da tempo, il general manager in Europa della Lime – la società americana che ha sviluppato una rete di trottinette elettrici in diversi paesi – lo ha confermato nei giorni scorsi.

Il progetto, ha spiegato Marco Pau a “La Repubblica”, partirà con 500 mezzi, e l’idea è quella di coprire non solo il centro, ma anche zone dove mancano una rete più fitta di mezzi pubblici, usando il monopattino (che si sblocca con una app) per raggiungere le stazioni metro.
La tariffa, per i soli maggiorenni, è di 15 centesimi al minuto, più una somma fissa di 1 euro. La velocità massima è di 25 km all’ora. Ciò significa che per fare, diciamo, 4 km, si spenderà ragionevolmente, tra tariffa fissa e oraria, un po’ meno di 3 euro.

In realtà, al momento, manca un decreto attuativo del ministero dei Trasporti, per rendere legale l’uso dei monopattini elettrici in strada, anche se a Milano Helbiz ha già lanciato il servizio a fine ottobre. Ma la norma definitiva potrebbe arrivare presto. Una fonte del ministero ha detto a Roma Report che ci sono  solo “piccoli ritardi tecnici”.

In una città quasi collinare come Roma, il monopattino elettrico può essere una buona soluzione, ma ci sono comunque rischi potenziali non trascurabili a parte il vandalismo, che ha già costretto Obike ad abbandonare Roma (o almeno così ha denunciato la società, che però nella Capitale aveva schierato bici pesanti e senza marce).

La condizione delle strade romane è nota, ed è diventata un tormentone. Lime se la cava dicendo che vieterà il transito nelle aree considerate “pericolose”, imponendo addirittura multe, e che incentiverà anche l’uso del casco. Ma il problema della sicurezza esiste, eccome.

Monopattini in Israele. Foto di FaCom con licenza Creative Commons da Flickr.com

A Parigi, una delle città in cui l’uso del monopattino elettrico è esploso nei mesi scorsi, con migliaia di utenti, i monopattini si vedono girare soprattutto sulle piste ciclabili (anche se la capitale francese non ha una rete paragonabile a quella di Amsterdam o altre città europee). A Roma, con 5.500 km di strade, i percorsi ciclabili coprono circa 250 km, assolutamente slegati tra loro, come indica uno studio dell’associazione Salvaiclicisti.

Quindi, si può immaginare che l’uso del monopattino elettrico, a Roma, resterà comunque molto limitato (soprattutto al centro, per i turisti giovani, e soprattutto finché sarà di moda). Sia perché con una superficie così vasta è difficile che un’azienda privata punti davvero sullo sviluppo in periferia, sia perché le piste ciclabili sono poche e le strade piene di buche invece abbondano.

Il punto dunque è che per sviluppare la mobilità su due ruote, anche quella alla moda, serve l’intervento pubblico. E non per dare incentivi a chi va al lavoro in bici, come giorni fa ha prospettato vagamente il presidente della commissione Trasporti della Capitale Enrico Stefàno, ma per creare infrastrutture.

Ovviamente, finché si continua a pensare alla bicicletta come un lusso – senza tenere in conto che è un mezzo anti-smog e anti C02, che serve a muoversi e che si integra con il trasporto pubblico, e che ha anche un effetto positivo sulla salute – non se ne farà niente. O meglio, si penseranno interventi spot come la discussa ciclabile sulla Tuscolana, contestata anche dalle associazioni di ciclisti.
Invece, sarebbe importante progettare piste ciclabili (il piano di Salvaiciclisti è valutato in 100 milioni di euro per totali 250 km) insieme alle reti di trasporto pubblico, in cui rientrano oggi anche taxi e servizi di car e moto sharing, Ncc, oltre che bus, tram e metro. E farlo con delle scadenze temporali verificabili.

[La foto del titolo è di Carlo Piatti, da Flickr.com]

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