Ciliegina sulla torta di monnezza

Non ci voleva la sfera di cristallo per prevedere che il sistema della raccolta dei rifiuti a Roma sarebbe potuto andare in crisi a breve, come sembra stia accadendo. L’incendio del TMB Salario è infatti solo la ciliegina su una bella torta di monnezza.

Questa crisi è, soprattutto, il risultato del monopolio di fatto che il Campidoglio (e la Regione) hanno affidato per decenni alla rete di imprese che faceva capo a Manlio Cerroni, l’imperatore dei rifiuti, e della mancanza di programmazione. Non è colpa della giunta M5s. Che però ha la responsabilità di non aver fatto nulla per invertire la rotta, e che alle prossime elezioni pagherà anche per quell’incendio.

Qualche giornale scrive che l’unica cosa che si può fare adesso è dichiarare ufficialmente l’ennesima emergenza, trasportando più rifiuti in altri impianti TMB, altre discariche e altri inceneritori, sia italiani che esteri, pagando ovviamente di più. Magari si tornerà a valutare l’opzione di confiscare, anche per un tempo limitato, gli impianti della Colari, cercando di farli funzionare a ritmo maggiore.

Il punto è che non esiste la bacchetta magica e non esiste nulla che sia gratis.

L’unica soluzione per garantire un risultato permanente (o almeno che duri) è pensare per tempo. Perché costruire nuovi impianti di qualsiasi tipo richiede tempo. Perché per aumentare in modo significativo la raccolta differenziata serve tempo.

Questo è un compito per la politica, non per i tecnici. Perché sono coloro che vogliono governare Roma che devono fare un patto con gli elettori, non prenderli in giro. Prima la presa in giro era che bastava avere un grosso buco, Malagrotta, per far scomparire l’immondizia. Oggi la bugia è che si possa fare a meno di discariche di servizio, di impianti per il trattamento dell’umido e la produzione di compost e biogas, di una riduzione consistente degli imballaggi. O che, come pretende qualcun altro, che basti costruire inceneritori.

Questo significa principalmente fare un patto con le periferie, perché solo nelle periferie ci sono spazi ampi. Non si può costruire un impianto per il biogas al Colosseo.

Ovviamente, non è che si debba aspettare le prossime elezioni, per occuparsi intanto di rifiuti. E non serve a niente pretendere di mandare a casa per inadeguatezza l’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari, quella delle pecore per brucare l’erba nei parchi. È inadeguata, ma come il resto della giunta.

Intanto, bisognerebbe rapidamente spiegare ai romani, condominio per condominio, scuola per scuola, come e dove si buttano i rifiuti. Ai commercianti e agli impreditori, come evitare di sprecare materiali. E bisognerebbe anche istruire nuovamente chi lavora con i rifiuti, nonché i vigili urbani e tutti i dipendenti comunali, il cui aiuto è indispensabile. Serve verificare chi paga realmente e chi no la Tari. Vedere se è percorribile intanto la strada di bruciare parte dei rifiuti nei cementifici (lo suggeriva tempo fa l’Agenzia per il controllo della qualità dei servizi). E magari ascoltare con interesse e non con la solita spocchia le proposte di gruppi di cittadini e associazioni.

[La foto del titolo è tratta dalla rivista La Nuova Ecologia]

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