La miniera a cielo aperto di Primavalle

Molti romani, continuano svogliatamente a identificare Roma Nord solo ed esclusivamente con i personaggi più caricaturali che vivono tra Vigna Clara, Ponte Milvio e la Camilluccia. Come se, nelle due ore che passiamo tutti i giorni sul Raccordo, fuori dal finestrino scorresse solo qualche spezzone di un film dei fratelli Vanzina.

Interi quartieri popolari dall’identità fortissima e decisamente caratterizzante come Primavalle sembrano invece esclusi anche da semplici luoghi comuni come questi, oltre che dall’agenda dei cronisti e quella degli amministratori.

Il disagio e le emergenze di tutte le periferie romane cominciano molto prima dell’arrivo in massa dei nuovi immigrati stranieri.
Dopo l’apertura di Metro Battistini e i bagordi indimenticabili protratti per mesi dopo l’ultimo scudetto della Roma è come se tutta Primavalle fosse stata abbandonata a se stessa. Non solo non vengono più programmati piani di recupero per migliorare gli spazi e i servizi di una comunità atomizzata e socialmente frammentata. Ora, uno dopo l’altro nel quartiere stanno scomparendo anche i più elementari punti di accesso ad una vita civica dignitosa.

Dopo la perdita del Cinema Galaxy, dal 3 marzo persino l’Ufficio Postale di via Borromeo è temporaneamente chiuso, senza che siano state date all’utenza informazioni chiare e trasparenti. Ed è significativo che oltre a l’Unione inquilini e a tutte le altre forze che si stanno mobilitando per la ripresa del servizio, alla mobilitazione ci sia proprio il Comitato per la riapertura del cinema di via Pietro Maffi.

L’esigenza di ricostituire una rete tra tutte le esperienze di socialità del quartiere ha trovato nuova linfa dai blitz di Pinacci Nostri, che sparge la sua stree art attorno a Pineta Sacchetti, ma anche dalla formula itinerante che proprio il comitato Riapriamo il Galaxy sta sperimentando per mantenere in vita la propria visione di cinema sempre aperto al pubblico.

Dopo la proiezione di Porci con le ali nella Biblioteca Franco Basaglia, lo scorso venerdì 20 Aprile è stata la volta del documentario Fino in fondo di Tomaso Mannoni presso la Casa del Popolo Giuseppe Tanas, in un ciclo che prevede molti altri appuntamenti in spazi vitali di questa storica ex borgata. 

Dopo il sit-in davanti la sede chiusa di via Borromeo del 30 marzo promosso dalla Unione Inquilini, il presidente del Municipio Alfredo Campagna ha comunicato che Poste Italiane intendono aprire al più presto nel quartiere una sede provvisoria in un container.  Ci auguriamo che per il 24 Maggio, giorno in cui il quartiere festeggia gli 80 anni dalla fondazione, si possa avere qualche disagio in meno.

Com’è noto, Primavalle non si è consolidata come un insediamento progressivo e regolato, ma è nata quasi di colpo e all’improvviso per mano del regime fascista, che doveva trovare una sistemazione a migliaia di persone a cui l’edilizia imperiale aveva sventrato casa per far posto alle nuove consolari del centro storico.
Nel tempo la periferia si è molto allargata oltre Primavalle, ma questo nodo cruciale della città non si è mai avvicinato – nemmeno metafisicamente – al centro.

Grazie a una politica urbanistica per diversi decenni orientata a servire gli interessi della speculazione immobiliare, Roma ha perso progressivamente la compattezza spaziale e funzionale che le derivava dall’impianto storico e ha assunto una fisionomia frammentata e dispersa in cui il confine tra città e campagna è scomparso.

A differenza del Pigneto, in quest’area non si sono mai concentrati gli studenti fuori sede della Sapienza e la movida non sembra prossima ad attecchire dalle parti di un scorcio affascinante come Piazza Capecelatro.
Se i disagi rimangono comunque, il quartiere non sembra possedere più quel senso di identità inconfondibile che ha sempre caratterizzato i suoi abitanti. Questo processo è in corso in tutta la città, ma proprio qui sembra aver prodotto una spersonalizzazione maggiore.

Per fortuna le realtà che cercano di riprodurre esperienze di coesione e solidarietà sono inesauribili e l’esperienza dei nuovi sportelli di solidarietà di Roma Nord Ovest sembrano tessere una rete capillare e molto stretta.
Tutti i preparativi per i festeggiamenti degli 80 anni dalla nascita del quartiere comunque sembravano aver messo in piedi forme di collaborazione e una vitalità che non si vedeva da tempo. Nemmeno forse quando il Califfo era presidente della storica squadra di calcio del Tanas.
Il 24 maggio, almeno, ci auguriamo che sarà qui il centro più caldo della città.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.