Il cuore freddo del Campidoglio

A Roma abbiamo alcune certezze, su cui un’amministrazione che porta questo nome dovrebbe intervenire, senza attendere di essere impreparata. Un discorso che vale per qualsiasi partito, perché spesso i problemi si trascinano: cambia l’inquilino del Campidoglio ma loro, i problemi appunto, inesorabilmente si ripresentano.

Una di queste certezze romane è il numero delle persone che vivono in “emergenza abitativa”, così li definisce la Comunità di Sant’Egidio, che ha presentato la “Guida DOVE mangiare, dormire, lavarsi, 2018”.
In totale sono 7500 persone: in parte dormono all’aperto (3000), in parte in alloggi di fortuna come edifici abbandonati e insediamenti abusivi (2000). Poi, ce ne sono altre 2500 che vengono ospitate in parrocchie, centri convenzionati di Roma capitale e associazioni di volontariato o religiose. A queste si aggiungono 10.000 famiglie in attesa di un alloggio popolare. Ci sono poi i Rom che risiedono nei campi, circa 5000. Questo il quadro che in termini numerici non è particolarmente variato negli anni recenti.

Tuttavia Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, reclama che “il Comune è nuovamente in ritardo sull’emergenza freddo”. Aggiunge che “il Campidoglio aveva indetto una prima gara per 230 posti in più ma le offerte hanno coperto solo 40 posti. Non c’è stato un avviso pubblico come avremmo desiderato, magari ad agosto, per dare tempo alle associazioni di organizzarsi”.
Per quale ragione, vi starete chiedendo, solo 40 posti? Perché le associazioni, pur mettendo a disposizione le loro risorse umane, non sono in grado di sostenere bandi che non prevedano l’offerta di strutture da parte delle istituzioni. Anche il bando dell’anno scorso aveva subito la stessa sorte.
Impagliazzo critica inoltre il piano della Raggi per il superamento dei campi Rom: “E’ una buona idea ma irrealizzabile, se le istituzioni non stanno vicino a queste persone”.

Il popolo dei senza casa non è piccolo, come non è piccolo il numero delle case sfitte a Roma, ben 250.000. La Comunità di Sant’Egidio propone alla Raggi di creare una “agenzia pubblica dell’abitare” che possa raccogliere pubblico e privati che volessero affittare le loro abitazioni, per fare in modo che tante persone trovino un alloggio.
“Occorre – aggiunge Impagliazzo – che istituzioni sostengano chi ha bisogno di una casa ma non ha i soldi per sostenere l’affitto”.

Lo scenario è questo, ed è noto. A parte la questione “bandi”, vanto e dolori di questa amministrazione. A parte le cabine di regia delle case sfitte, buona la proposta della Comunità, che difficilmente la Giunta farà sua. A parte tutto ciò: ma è veramente così complicato, nella Capitale, trovare degli spazi stabili da aprire periodicamente, nei momenti di maggior freddo, per alloggiare chi vive in mezzo ad una strada?

 

[La foto di Sean Perry è stata diffusa il 4 febbraio 2012 su Flickr con licenza creative commons]

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