Amare Roma pulita. Un esempio da seguire

Per parlare di Roma si può scegliere la via della retorica (“Tutte le strade portano…”), la via della denuncia (“Roma fa schifo”), la via della curiosità (sono una decina le associazioni che organizzano visite guidate di buon livello, dalla città dell’età imperiale all’urbanistica di ispirazione sociale fino al turismo “slow” tra i graffiti dell’Ostiense).
In larga maggioranza i romani sembrano aver imboccato la strada dell’assuefazione: non la vedono più la bellezza che li circonda e non si rendono conto del privilegio di cui godono. Peggio: sono entrati in una fase di conflitto generalizzato, del tutti contro tutti, dell’individualismo ispirato al motto “mors tua vita mea”.

Eppure girando la città si trovano esempi di azione collettiva e individuale ispirata al civismo, tentativi di riconquistare spazi alla responsabilità di essere cittadini, cioè parte di una comunità. Ci abbiamo provato anche noi: abbiamo adottato un passaggio con due panchine usato prevalentemente da ragazzi che si siedono per bere e lasciano le bottiglie in terra. Qualche senza tetto ogni tanto ci pasteggia. L’azienda di igiene urbana passa con una frequenza che non ci è nota e che non si nota, ma possiamo dire che le dita di due mani sono sovrabbondanti per contare i passaggi in un anno.

cestinoAbbiamo messo due cestini (uno per il vetro, l’altro per rifiuti misti). Ci facciamo carico di svuotarli un paio di volte a settimana. Un cartello non impreca, non offende, non invita a rinunciare alla birra. Anzi: recita “Keep clean and enjoy the party”. Con una breve spiegazione della natura volontaristica di tenere pulito uno spazio comune.

La comunicazione è importante, chissà che non faccia breccia tra gli avventori dei molti bar della zona. Può darsi che presto tutto l’armamentario sparisca: i cestini magari serviranno ai nomadi che si occupano del riciclo pescando direttamente nei cassonetti (spesso lasciando cadere per terra ciò che non interessa, che rimane per mesi intorno ai cassonetti stessi), il cartello sarà strappato da un bulletto. Chissà. Intanto la “rete” ha “pescato” qualche bottiglia, qualche oggetto di plastica, e anche le busta degli escrementi di cani che i proprietari hanno il buon cuore di raccogliere (ma che potrebbero anche continuare a collocare nei cassonetti come facevano prima, anziché nei cestini).
Sarebbe interessante però che tentativi come questo – che non è certo il primo – provassero a mettersi in rete, per individuare un metodo, un sistema di affiancamento ai servizi per i quali paghiamo fino a sollecitare amministratori e dipendenti a soluzioni definitive. Di cui i cittadini dovrebbero essere guardiani, non operatori sostitutivi.

amoromapulita@gmail.com

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