Scende la pioggia ma che (si) fa

Il match post-maltempo tra il ministro dell’Ambiente e la sindaca di Roma è finito 1-1. Gian Luca Galletti ha detto che nella Capitale, finita domenica sotto l’ennesima “bomba d’acqua”, manca la manutenzione. Virginia Raggi ha risposto che è vero, ma che la manutenzione manca da 20-30 anni, non è colpa sua. Siamo tutti contenti: ma ora che si fa?

Sempre ieri, Paolo Mieli sul Corriere della Sera ha ampiamente discettato contro “gli eccessi sul clima che cambia”, ricordando, giustamente, che l’ex Primo Mondo avanzato, industrializzato e connesso inquina molto (ma molto) di più dell’ex Terzo Mondo, e che il consenso tra gli scienziati (il 97% degli scienziati) sulle cause del riscaldamento globale potrebbe comunque sopravvalutare il peso delle attività umane. Interessantissimo, ma intanto che si fa?

Possiamo anche non sapere di chi sia la colpa della mancata manutenzione e del riscaldamento globale che provoca eventi meteorologici estremi, ma se l’innalzamento dei livelli del mare avrà effetti pesanti sulla Foce del Tevere, se a ogni pioggia intensa si allagano le strade e le stazioni della metropolitana, se col vento forte cadono alberi, etc etc etc (perché il campionario è lungo) logica vorrebbe che si prendessero dei provvedimenti per limitare disagi e danni.

A quanto pare non possiamo più evitare gli effetti del riscaldamento globale, dunque dobbiamo assolutamente adattare le nostre vite e le nostre città. Non è che sia esattamente una novità. Esiste anche già una Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, non bisogna cominciare tutto da zero.

Quello che manca, sembrerebbe, è la consapevolezza degli amministratori. O meglio, magari ce l’hanno anche, però considerano forse questo un problema in prospettiva, una cosa che non porta voti e consensi nei sondaggi oggi (la famosa mezza frase di John Maynard Keynes “Nel lungo periodo siamo tutti morti” è diventata da tempo la giustificazione permanente di tutti quelli che non vogliono guardare oltre il proprio naso).

Quello che manca, anche, è la capacità bipartisan di mettersi al tavolo, maggioranza e opposizione, e discutere insieme di questa cosa, che riguarda il futuro della città, e poi spiegarla anche bene ai cittadini.

(La foto è di Corrado, scattata il primo marzo 2014 e pubblicata con licenza creative commons su Flickr.com)